Dichiarazione finale del VI CONGRESSO della CLOC LVC

17 aprile 2015

“Ogni persona brilla di luce propria in mezzo a tutte le altre. Non esistono due fuochi uguali. Ci sono fuochi grandi e fuochi piccoli e fuochi di tutti i colori. C’è gente di fuoco sereno, che non si cura del vento, e gente di fuoco pazzo, che riempie l’aria di faville. Certi fuochi, fuochi sciocchi, non fanno lume né bruciano. Ma altri ardono la vita con tanta passione che non si può guardarli senza strizzare gli occhi; e chi si avvicina va in fiamme.”
Eduardo Galeano

16528950304_5bceb5160c_k.jpgIn Argentina, terra natale del Che Guevara, di Evita, Martina Chapanay, Mercedes Sosa, a 200 anni dal Congresso dei Popoli Liberi convocato dal Generale Artigas, che diede impulso alla prima Riforma Agraria in America Latina e a 10 anni dalla dissoluzione del ALCA in Mar del Plata, abbiamo realizzato il VI Congresso Latinoamericano delle Organizzazioni Contadine.

Siamo la CLOC-VC, espressione organizzata dei contadini e contadine, popoli originari, afro discendenti, salariate e salariati del settore agricolo.

La CLOC, e’ il fuoco, la luce e l’azione della Via Campesina in America Latina. Siamo sorti dal cuore stesso del processo di 500 anni di Resistenza Indigena, Contadina, Nera e Popolare, che ha unito il movimento contadino storico ai nuovi movimenti che sono sorti in risposta ai processi di smantellamento imposti dalle politiche neoliberali.

Abbiamo accumulato forza, esperienza e lotta e abbiamo costruito proposte organizzative e programmatiche in accordo con i nuovi movimenti politici, affermando che la questione agraria riguarda tutta la società e come tale dobbiamo inserirla all’interno di una strategia di potere alternativo e popolare.

Il nostro Congresso si è sviluppato in un momento in cui le contraddizioni e la lotta di classe si riflettono in un una offensiva del capitale che promuove nuove guerre, oppressione e cospirazione contro i popoli, la cui massima espressione è l’attacco diretto al Venezuela, dichiarandolo un pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti, ma anche nelle diverse strategie “golpiste” e destabilizzanti, implementate dalle alleanze dei grandi gruppi imprenditoriali della comunicazione e il capitale finanziario cercando impedire la sovranità dei nostri popoli e ostacolare l’azione dei governi progressisti nella regione.

Riconoscendo l’avanzamento dei processi regionali e continentali d’integrazione come UNASUR, ALBA, MERCOSUR, e il CELAC, il VI Congresso saluta la crescente solidarietá e unitá tra le organizzazioni e i paesi dell’America Latina e dei Caraibi, che hanno sostenuto la posizione di Cuba e la sua denuncia al blocco nord americano e le manovre e le campagne che sono state attuate contro il suo popolo; attitudine che ci incoraggia a continuare nella costruzione della Patria Grande di Bolívar, San Martín, Martí, Sandino e Chavez.

Rifiutiamo il patriarcato, il razzismo, il sessismo e la omofobia. Lottiamo per società democratiche e partecipative, libere dagli sfruttamenti, discriminazioni, oppressione e esclusione delle donne e dei giovani. Condanniamo tutte le forme di violenza domestica, sociale, lavorativa e istituzionale verso le donne.

Alziamo la bandiera delle nostre compagne: il femminismo contadino e popolare fa parte del nostro orizzonte strategico di trasformazione socialista.

Il lavoro di rafforzamento delle nostre organizzazioni e specialmente delle nostre basi continuerà a stare al centro delle nostre priorità. Ci compromettiamo a rafforzare la partecipazione e integrazione della gioventù in tutti i processi organizzativi.

Riaffermiamo la Riforma Agraria Integrale e Popolare, l’agricoltura contadina e indigena di base agro-ecologica come componente imprescindibile del nostro cammino verso la Sovranità Alimentare e il raffreddamento del pianeta. Garantendo l’accesso alla terra e all’acqua, alle donne, ai giovani, ai senza terra, e assicurando il recupero dei territorio da parte dei popoli originari e afro discendenti. Inoltre lottiamo per il riconoscimento della funzione sociale della terra e dell’acqua, e la proibizione di tutte le forme di speculazione e accaparramento che le affligge. Ci compromettiamo impegniamo a continuare a difendere e a mantenere vivi i nostri semi contadini e indigeni, così che in mano delle comunità li recupereremo, li riprodurremo e li moltiplicheremo, secondo i nostri sistemi contadini. Non vacilleremo nella lotta contro qualunque forma di privatizzazione e appropriazione dei semi e di tutte le forme di vita.

Dobbiamo sconfiggere il modello agricolo imposto dalle corporazioni dell’agro-negozio che appoggiate dal capitale finanziario internazionale e basato nella monocoltura transgenica, nell’uso massivo di agro tossici e nell’espulsione di contadine e contadini dai campi, e’ il principale responsabile della crisi alimentaria, climatica, energetica e dell’urbanizzazione.

Chiamiamo a continuare a lottare instancabilmente per un mondo libero dai transgenici e dagli agrotossici che contaminano, provocano infermità e uccidono i nostri popoli, e la Madre Terra. Resisteremo uniti ai popoli e alle comunità all’estrattivismo, alla megamineria e a tutti i megaprogetti che minacciano i nostri territori.

Celebriamo il successo della Via Campesina che inserisce nell’agenda del Consiglio dei Diritti Umani della ONU la Carta dei diritti dei contadini e delle contadine. Chiamiamo le nostre organizzazioni a convertire la Carta in uno strumento di lotta dei popoli contadini e di tutta la società.

Il futuro e’reso fertile quando il tenero sorriso dei bambini, circa un centinaio, dal 1° Congresito, ha consegnato il loro messaggio per la pace e la cura della nostra Madre Terra.

Il futuro sono i nostri bambini, il presente si illumina con il vigore e la forza della gioventù, e i nostri principali strumenti sono la formazione, l’educazione, la comunicazione e la mobilitazione di massa, l’unità e le alleanze tra contadini e contadine, popoli originari, discendenti africani, lavoratori e lavoratrici delle campagne e delle città, studenti e settori popolari, organizzati al fine di conformare una forza capace di mettere in atto i cambi per i quali lottiamo. Viviamo un momento storico del tutto inedito e complesso, determinato per una nuova correlazione di forze tra il capitale, i governi e le forze popolari. Il capitale imperialista è attualmente sotto il controllo finanziario e delle multinazionali, pertanto identifichiamo il SOCIALISMO, come l’unico sistema capace di raggiungere la sovranità delle nostre nazioni, risaltando i valori della solidarietà, l’internazionalismo e la cooperazione tra i nostri popoli.

Contro il capitalismo e per la sovranità dei nostri popoli, America continua in lotta !

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Argentina: Declaração Final do VI CONGRESSO da CLOC VC

18 de abril de 2015 

Cada pessoa brilha com luz própria entre todas as demais. Não há dois fogos iguais. Há fogos grandes e pequenos e fogos de todos as cores. Há gente de fogo sereno, que nem percebe o vento, e gente de fogo louco, que enche o ar de faíscas. Alguns fogos, fogos estúpidos, sem luz se queimam; porém, outros ardem a vida com tanta vontade que não se pode olhar sem piscar, e quem está chegando, se ilumina.
Eduardo Galeano

declaracionvicongreso.jpgArgentina, terra natal de Che Guevara, a 200 anos do Congresso dos Povos Livres convocados pelo General Artigas, que impulsionou a primeira Reforma Agrária Latina e a 10 anos do enterro da ALCA em Mar del Plata, realizamos o VI Congresso Latino-americano de Organizações do Campo. Somos a CLOC-VC, a expressão organizada dos camponeses e camponesas, povos originários, afrodescendentes, assalariados e assalariadas da agricultura.

A CLOC, é o fogo, a luz e a ação da Via Campesina na América Latina. Surgimos do coração do processo de 500 anos de resistência Indígena, Camponesa, Negra e Popular, que uniu o movimento camponês histórico e os novos movimentos que surgiam como resposta aos processos de desmantelamento impostos por meio das políticas neoliberais.

Unimos força, experiências e luta, e construímos propostas organizativas e programáticas de acordo com os novos movimentos políticos, afirmando que a questão agrária compete a toda a sociedade e como tal, devemos abordá-la dentro de uma estratégia de poder alternativo e popular.

Nosso Congresso é realizado em um momento em que as contradições e a luta de classes se refletem em uma ofensiva do capital que promove novas guerras, opressão e conspiração contra os povos, cuja expressão máxima é o ataque direito à Venezuela, a declarando um perigo para a segurança dos EUA, porém também nas diversas estratégias golpistas e desestabilizadoras, instrumentadas pela aliança dos grandes grupos empresariais da comunicação e do capital financeiro, buscando derrotar a soberania de nossos povos e impedir a ação dos governos progressistas na região.

Reconhecendo o avanço dos processos regionais e continentais de integração como UNASUR, ALBA, MERCOSUL e CELAC, o VI Congresso congratula-se com a forte solidariedade entre as organizações e países de América Latina e Caribe, que apoiaram a posição de Cuba e sua denúncia sobre o bloqueio norte americano, e as manobras e campanhas contra seu povo; atitude que nos incentiva a continuar a construção de uma Pátria Grande de Bolívar, San Martin, Martí, Sandino e Chávez.

Rejeitamos o patriarcado, o racismo, o sexismo e a homofobia. Lutamos por sociedades democráticas e participativas, livres de exploração, discriminação, opressão e exclusão das mulheres e dos jovens. Condenamos, toda forma de violência doméstica, social, laboral e institucional contra as mulheres.

Levantamos a bandeira de nossas companheiras: o feminismo camponês e popular é parte do nosso horizonte estratégico de transformação socialista. O trabalho de fortalecimento de nossas organizações e especialmente de nossas bases seguirá estando no centro de nossas prioridades. Nos comprometemos a fortalecer a participação e integração da juventude em todos os processos organizativos.

Reafirmamos a Reforma Agrária Integral e Popular, a Agricultura Camponesa e Indígena de base Agroecológica como componentes imprescindíveis de nosso caminho para a Soberania Alimentar e o resfriamento do planeta, garantindo o acesso à terra e a água, as mulheres, os jovens, aos sem terra, assegurando a recuperação dos territórios por parte dos povos originários e afrodescendentes. Também lutamos pelo reconhecimento da função social da terra e da água, da proibição de toda forma de especulação e acumulação que lhes diga respeito.

Nos comprometemos a seguir defendendo e mantendo vivas nossas sementes camponesas e indígenas, para que em mãos de nossas comunidades as recuperemos, reproduzamos e multipliquemos, a partir de nossos sistemas camponeses. Não vacilaremos na luta contra qualquer forma de privatização e apropriação das sementes e toda forma de vida.

Devemos derrotar o modelo agrícola imposto pelas corporações do agronegócio que apoiados pelo capital financeiro internacionais e baseado em monocultivos transgênicos, uso massivo de agrotóxicos e expulsão de camponesas e camponeses do campo, são os principais responsáveis pela crise alimentar, climática, energética e de urbanização.

Chamamos, a continuar a lutasem cansaço por um mundo livre de transgênicos e agrotóxicos que contaminam, adoecem e matam nossos povos e a Mãe Terra. Resistiremos junto aos povos e comunidades contra o extrativismo, as mega mineradoras e outros mega projetos, além de todas as outras ações que ameacem nossos territórios.

Celebramos a vitória da Via Campesina em colocar a carta dos direitos dos camponeses e camponesas na agenda do conselho de direitos humanos da ONU e demandamos que os governos aceitem nossas posições. Chamamos a nossas organizações a converter a carta em um instrumento de luta dos povos do campo e de toda a sociedade.

O futuro nos faz fértil quando o sorriso terno de centenas de crianças, a partir do 1ºCongressito, entregou sua mensagem de paz e cuidado com nossa Mãe Terra.

O futuro são nossas crianças, o presente se ilumina com o vigor e a força da juventude, e nossas principais ferramentas são a formação, a educação a comunicação e a mobilização das massas, a unidade e as alianças entre os camponeses e camponesas, povos originários, afrodescendentes, trabalhadores e trabalhadoras do campo e da cidade, estudantes e os setores populares, organizados em prol de formar uma força capaz de fazer as mudanças pelas quais lutamos. Vivemos um momento histórico novo e complexo, determinado por uma nova correlação de forças entre o capital, os governos e as forças populares. O capital imperialista agora está sobre o controle financeiro e das transnacionais, dessa forma afirmamos o SOCIALISMO, como o único sistema capaz de alcançar a soberania de nossas nações, ressaltando os valores da solidariedade, do internacionalismo e da cooperação entre nossos povos.

Contra o capitalismo e pela soberania dos nossos povos,
América unida segue em luta!

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Paraguay: Pronunciamiento de CONAMURI por el Día del Indígena Americano

19 de abril de 2015

conamuri19abr15.jpgEl 19 de abril de 1940 en Patzcuaro, México, se acordó celebrar esta fecha como Día del Indio Americano, en conmemoración del Primer Congreso Indigenista Interamericano. El objetivo del mismo fue salvaguardar y perpetuar las culturas indígenas de todo el continente, en el cual participaron representantes de poblaciones autóctonas de diversas regiones de América.

Hoy, nuestras organizaciones en toda América, así como en Paraguay también, aprovechamos la fecha para reflexionar sobre nuestra realidad, establecer planes de lucha por nuestros derechos y para buscar estrategias que nos permitan fortalecernos en cuanto organizaciones, en cuanto pueblos, en cuanto culturas.

Hoy es un día para recordar al gobierno nacional la realidad en que vivimos. Esta realidad que ni en su campaña electoral, ni después de su asunción como jefe del Ejecutivo, el presidente Horacio Cartes ha mencionado jamás, como si no existiéramos.

Vivimos amenazados en nuestros territorios, hombres y mujeres, aldeas, comunidades, pueblos, por las empresas agroganaderas, por las empresas extractoras de minerales, por las empresas exploradoras, por empresas sojeras, por empresas madereras, por autoridades cómplices, por mafias, por narcotráfico y por otros tráficos que comercian con mujeres, órganos, jóvenes de nuestros pueblos.

De ser dueños y dueñas de estos territorios, hoy muchos de nuestros pueblos están sin tierras, como el pueblo Manjúi; muchos están confinados en su propio territorio, como el pueblo Paî Tavyterâ; muchos pueblos nos vemos en claro proceso de aculturación, desculturación y de sometimiento, sin educación, sin salud y sin desarrollo que parta desde nuestra cosmovisión, desde nuestro entender sobre el bienestar y la felicidad.

Poderes muy fuertes junto con las autoridades cooptan a nuestros líderes, y no nos reconocen a las lideresas; controlan nuestros recursos, nos someten a procesos de corrupción, venden o alquilan nuestras tierras, base material para el desarrollo de nuestro teko.

Así, comunidades como las de Sawoyamaxa, Vy’apavê, Cuyabia, Yake Axa, Y’apo, son muestras de esto que demandamos. Cerro León es un ejemplo de la falta de escrúpulos de las autoridades para despojarnos de nuestros medios de vida, de nuestras fuentes de salud y las de todo el país, y la región.

Las mujeres de CONAMURI alzamos nuestras voces de reclamo en esta fecha, nos dirigimos a las autoridades para que cumplan con los mandatos de los convenios, de los tratados, de las leyes y de cuantas declaraciones nos amparan. Es su obligación.

También llamamos a la ciudadanía toda, para que juntos y juntas luchemos porque se cumplan las leyes que garantizan nuestros derechos, en especial de las mujeres y niñas, niños, quienes sobrellevamos la peor parte de los efectos de los mezquinos intereses del capital en nuestros territorios. Por eso mismo, nos solidarizamos con la Sra. Abogada Julia Cabello, luchadora a favor de los derechos de los pueblos indígenas.

También hacemos un llamado a luchar por la derogación de las leyes que abren caminos a más violencia contra nuestros pueblos, como la ley de la Alianza Público Privada, APP, o la ley de militarización, y para ello nos unimos al Congreso Democrático del Pueblo.

Nos sumamos a la Coordinadora Latinoamericana de Organizaciones del Campo, CLOC-Vía Campesina para enfrentar estas amenazas, asumir los desafíos y construir nuevas relaciones sociales con el resto de la sociedad.

Las mujeres somos conscientes de que solas no podremos resistir y menos proyectarnos, pero también sabemos que necesitamos nuestro espacio para crecer, para liberarnos y liberar a nuestros pueblos del sometimiento al que nos mantienen el sistema capitalista y el patriarcado en un país que en vez de avanzar, cada vez retrocede más en democracia.

Animamos a todas las mujeres indígenas a que nos unamos y luchemos por el buen vivir de nuestros pueblos y el de toda la humanidad, como nos enseñaron nuestras abuelas.

¡No más atropellos ni violencia!

¡Salud a los pueblos indígenas de América!

¡Salud a los pueblos indígenas de Paraguay!

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Argentina: Movilización por la Capital Federal como cierre del VI Congreso de la CLOC LVC – Día internacional de la Lucha Campesina – video

18 de abril de 2015

Colectivo Comunicación CLOC – La Vía Campesina

Marchamos más de 3 mil personas de las comunidades campesinas, indígenas, afrodescendientes, sin tierra de toda América marchamos frente a la sede del emblema del agronegocio y finalizando acto frente al símbolo del capitalismo, la embajada de EE.UU en repudio por los ataques a las democracias regionales y frente a la Sociedad Rural Argentina, emblema de la oligarquía rural y el agronegocio en el país.

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Argentina: VI Congreso de la CLOC LVC cierra con una movilización por la Capital Federal

17 de abril de 2015

Colectivo Comunicación CLOC – La Vía Campesina

MarchaDespués de una semana de debate del contexto agrário del continente latino-americano, más de 1.200 campesinos de distintas organizaciones rurales de todo el continente se lanzaraon a las calles de Buenos Aires, Argentina, para movilizar en el Día Internacional de la lucha Campesina. En total, más de 3.000 personas marchan por las calles de Buenos Aires. El acto inició frente a la sede de la Sociedad Rural y se fue a la embajada de Estados Unidos.

Para los participantes en el sexto Congreso Continetal de la CLOC-VC, que tuvo lugar del 10 al 17 de abril, este es un momento para que el campo y la ciduad, diálogo con otros sectores de la sociedad en la agenda de la cuestión agraria. Por otra parte, “porque es un día internacional en el que celebramos nuestros mártires en defesa de la lucha por la tierra, la defesa de las semillas y de los bosques, un día que celebramos todos los que cayeron en la lucha por la tierra, para que de una vez por todas la Reforma Agraria sea un  sueño completo en la América Latina”,

dijo Diego Monton, el Movimiento Nacional Campesino Indigena – MNCI.

Marina dos Santos, miembro de la comisión política de la CLOC_VC y dirigente del MST, la marcha después de una semana de la reunión “simboliza la unidad de todas las organizaciones del campo que ha estado luchando contra el avance del capital en la agricultura, que está destruyendo cada vez más recusos naturales, la cultura de nuestros Pueblo, y tiene como objetivo denunciar la agroindustria y reenviar a otro proyecto alternativo”, coloca.

Como explica Monton, la Sociedad Rural, donde los manifestantes comezaron a marchar, representa un histórico de 200 años de una jerarquia ilegalmente de tierras a través de el sangre y la represión. Al principio, realizado lo que se conoció como la Campaña del Desierto, que significó el asesinato y la massacre de miles de indígenas de Argentina, expulsando de sus tierras y luego puso una flerte alianza con las empresas transnacionales que impulsaron la agroindústria en el país.

“Denunciando lo que significa la Sociedad Rural Argentina, que también ha sido fuertemente ligada a la primera dictadura que derrotó a Perón, a los 45, y el último de los 76 que dejó más de 30.000 compañeros desaparecidos”, informa Monton. Según él, el mismo sector oligárco há estado siempre sujeta a la política imperialista.

“También queremos exponer el horror de la embajada de Estados Unidos y nos solidarizar con Venezuela frente a los ataques que están sufriendo, así como todos los gobiernos de América Latina que hoy están amenazados por um golpe de Estado, que siempre se perpetúa por los EUA”. Como se há señalado Monton, “sólo en los EUA no hay golpe de Estado, porque no hay una embajada de Estados Unidos”.

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Argentina: movilización final del congresso

DSC 3806Após uma semana de debates sobre o contexto agrário do continente latino americano, os mais de 1200 camponeses de diversas organizações do campo de todo o continente saíram às ruas na cidade de Buenos Aires, na Argentina, para se mobilizarem no Dia Internacional de Luta pela Reforma Agrária, nesta sexta-feira (17).
 
Ao todo, mais de 3 mil pessoas marcham pelas ruas da cidade de Buenos Aires. O ato partiu da Sociedade Rural e seguiu para a embaixada dos Estados Unidos.
 
Para os participantes do 6° Congresso Continetal da Cloc, que ocorreu entre os dias 10 a 17 de abril, este é um momento levar o congresso à cidade e dialogar com outros setores da sociedade sobre a pauta da questão agrária.
 
Por outro lado, “porque é um dia internacional em que comemoramos nossos mártires em defesa da luta pela terra, pela defesa das sementes e das florestas, um dia que comemoramos todos aqueles que tombaram na luta pela reforma agrária, mas comemoramos afirmando nosso compromisso com a luta pela terra, de que uma vez por todas a Reforma Agrária seja um sonho completo na America Latina”,

disse Diego Monton, do (MNCI).
 
Marina dos Santos,a integrante da Operativa da CLOC e dirigente do MST, a marcha após uma semana de encontro “simboliza uma unidade de todas as organizações do campo que vem lutando contra o avanço do capital na agricultura, que vem destruindo cada vez mais os recursos naturais, a cultura dos nossos povos, e tem o intuito de denunciar o agronegócio e avançar para um outro projeto alternativo”, coloca.
 
Como explica Monton, a Sociedade Rural, local onde os manifestantes iniciaram a marcha, representa uma histórica de 200 anos de uma hierarquia que se apropriou ilegitimamente das terras por meio do sangue e da repressão.
 
Num primeiro momento, realizaram o que ficou conhecido como a Campanha do Deserto, que significou na matança e no massacre de milhares de indígenas argentinos, expulsando-os de suas terras para depois travarem uma forte aliança com corporações transnacionais que impulsionou o agronegócio no país.
 
“Denunciando o que significa a Sociedade Rural argentina, que inclusive esteve fortemente vinculada à primeira ditadura que derrotou Perón, em 45, e a última de 76, que terminou com mais de 30 mil companheiros desaparecidos”, relata Monton.
 
Segundo ele, esse mesmo setor oligárquico sempre esteve subordinado à política imperialista dos EUA.
 
“Também queremos desmascarar o horror da embaixada dos EUA e nos solidarizar com a Venezuela frente aos ataques que estão sofrendo, assim como todos os governos da América Latina que hoje estão ameaçados por um golpe de estado, que sempre são perpetuados pelos EUA”.
 
Como lembra Monton, “só nos EUA que não há golpe de estado, porque lá não tem uma embaixada dos EUA”.
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Declaración de Argentina, VI Congreso de la CLOC, Abril 2015

17 de abril de 2015
italiano             portugues         ingles       
Cada persona brilla con luz propia entre todas las demás. No hay dos fuegos iguales. Hay fuegos grandes y fuegos chicos y fuegos de todos los colores. Hay gente de fuego sereno, que ni se entera del viento, y gente de fuego loco, que llena el aire de chispas. Algunos fuegos, fuegos bobos, no alumbran ni queman; pero otros arden la vida con tantas ganas que no se puede mirarlos sin parpadear, y quien se acerca, se enciende.
Eduardo Galeano
16528950304_5bceb5160c_k.jpgEn Argentina, tierra natal del Che Guevara, de Evita, Mercedes Sosa, a 200 años del Congreso de los Pueblos Libres convocado por el General Artigas, que impulsó la primera Reforma Agraria de América Latina y a 10 años del entierro del ALCA en Mar del Plata, hemos realizado el VI Congreso Latinoamericano de Organizaciones del Campo.
 
Somos la CLOC-VC, expresión organizada de los campesinos y campesinas, pueblos originarios, afro descendientes, asalariadas y asalariados del agro.
 

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La CLOC, es el fuego, la luz y la acción de la Vía Campesina en Latinoamérica. Surgimos del corazón mismo del proceso de los 500 años de Resistencia Indígena, Campesina, Negra y Popular, que unió al movimiento campesino histórico y los nuevos movimientos que surgían como respuesta a los procesos de desmantelamiento impuestos por las políticas neoliberales.
 
Unimos fuerza, experiencia y lucha, y construimos propuestas organizativas y programáticas de acuerdo a los nuevos momentos políticos, afirmando que la cuestión agraria compete a toda la sociedad y como tal debemos abordarla dentro de una estrategia de poder alternativo y popular.
 
Nuestro Congreso se ha desarrollado en un momento en que las contradicciones y la lucha de clases se reflejan en una ofensiva del capital que promueve nuevas guerras, opresión y conspiración contra los pueblos, cuya expresión máxima es el ataque directo a Venezuela al declararlo un peligro para la seguridad de EEUU, pero también en las diversas estrategias golpistas y desestabilizadoras, instrumentadas por la alianza de los grandes grupos empresariales de la comunicación y el capital financiero, buscando derrotar la soberanía de nuestros pueblos e impedir la acción de los gobiernos progresistas en la región.
 
Reconociendo el avance de los procesos regionales y continentales de integración como UNASUR, ALBA, MERCOSUR y CELAC, el VI Congreso saludó la contundente solidaridad y unidad entre las organizaciones y países de América Latina y el Caribe, que respaldaron la posición de Cuba y su denuncia sobre el bloqueo norteamericano y las maniobras y campañas contra su pueblo; actitud que nos alienta a continuar la construcción de la Patria Grande de Bolívar, San Martín, Martí, Sandino y Chavez.
 
Rechazamos el patriarcado, el racismo, el sexismo y la homofobia. Luchamos por sociedades democráticas y participativas, libres de explotación, discriminación, opresión y exclusión de las mujeres y los jóvenes. Condenamos toda forma de violencia doméstica, social, laboral e institucional hacia las mujeres.
 
Levantamos la bandera de nuestras compañeras: el feminismo campesino y popular es parte de nuestro horizonte estratégico de transformación socialista.
 
El trabajo de fortalecimiento de nuestras organizaciones y especialmente de nuestras bases seguirá estando en el centro de nuestras prioridades. Nos comprometemos a fortalecer la participación e integración de la juventud en todos los procesos organizativos.
 
Reafirmamos la Reforma Agraria Integral y Popular, la agricultura campesina e indígena de base agroecológica como componentes imprescindibles de nuestro camino hacia la Soberanía Alimentaria y el enfriamiento del planeta, garantizando el acceso a la tierra y el agua a las mujeres, los jóvenes, los sin tierra, y asegurando la recuperación de los territorios por parte de los pueblos originarios y afro descendientes. También luchamos por el reconocimiento de la función social de la tierra y el agua, y la prohibición de toda forma de especulación y acaparamiento que las afecte.
 
Nos comprometemos a seguir defendiendo y manteniendo vivas nuestras semillas campesinas e indígenas, para que en manos de las comunidades las recuperemos, reproduzcamos y multipliquemos, desde nuestros sistemas campesinos. No vacilaremos en la lucha contra cualquier forma de privatización y apropiación de las semillas y toda forma de vida.
 
Debemos derrotar el modelo agrícola impuesto por las corporaciones del agronegocio que apoyado por los capitales financieros internacionales y basado en monocultivos transgénicos, uso masivo de agrotóxicos y expulsión de campesinas y campesinos del campo, es el principal responsable de las crisis alimentaria, climática, energética y de urbanización.
 
Llamamos a continuar luchando sin cansancio por un mundo libre de transgénicos y agrotóxicos que contaminan, enferman y matan a nuestros pueblos y a la madre tierra. Resistiremos junto a pueblos y comunidades el extractivismo, la megaminería y todos los megaproyectos que amenazan nuestros territorios.
 
Celebramos el logro de la Vía Campesina al colocar la Carta de los derechos de los campesinos y campesinas en la agenda del Consejo de los Derechos Humanos de la ONU y demandamos que los gobiernos ratifiquen nuestras posiciones. Llamamos a nuestras organizaciones a convertir la Carta en un instrumento de lucha de los pueblos del campo y toda la sociedad.
 
El futuro se nos hace fértil cuando la tierna sonrisa de los cientos de niños, desde el 1º Congresito, entregó su mensaje por la paz y el cuidado de nuestra madre tierra.
 
El futuro son nuestros niños, el presente se ilumina con el vigor y la fuerza de la juventud, y nuestras principales herramientas son la formación, la educación, la comunicación y la movilización de masas, la unidad y las alianzas entre campesinos y campesinas, pueblos originarios, afro descendientes, trabajadores y trabajadoras del campo y la ciudad, estudiantes y sectores populares, organizados en pos de conformar una fuerza capaz de hacer los cambios por los que luchamos. Vivimos un momento histórico muy inédito y complejo, determinado por una nueva correlación de fuerzas entre el capital, los gobiernos y las fuerzas populares. El capital imperialista ahora está bajo el control financiero y de las transnacionales, por lo que identificamos el SOCIALISMO, como el único sistema capaz de alcanzar la soberanía de nuestras naciones, resaltando los valores de la solidaridad, el internacionalismo y la cooperación entre nuestros pueblos.
 
¡Contra el capitalismo y por la soberanía de nuestros pueblos, América unidad sigue en lucha!

Argentina: VI Congreso de la CLOC, luchar es lo que haciamos, hacemos y haremos de forma permanente en nuestros territorios

16 de abril de 2015

Colectivo de Comunicación de la CLOC – Vía Campesina

notacierre.jpgEl VI Congreso de la CLOC-VC llega a su momento de conclusión, los más de mil doscientos delegados se preparan para seguir los caminos de nuestra gran América, renovados y convencidos sobre la importancia que la agricultura indígena y campesina tiene en la construcción de un continente libre y soberano. Este jueves 16, la víspera del día internacional de la lucha por la tierra, el último panel del Congreso trajo al socialismo, feminismo campesino y popular para la discusión, y reafirmando la reforma agraria como la columna vertebral de los movimientos que componen la CLOC-VC.

Una construcción basada en la diversidad

Itelvina Massioli del MST- Brasil, acerca al peruano José Carlos Mariátegui, uno de los precursores de las ideas socialistas en América Latina, para iniciar su discurso, “el socialismo y el feminismo que queremos y debemos construir sobre nuestra América tiene que ser construido con nuestra diversidad, las luchas, las culturas, la realidad y nuestra identidad campesina, afro-descendientes, indígenas”, dijo Itelvina.

Un campesino y feminismo popular

La agenda de la construcción de un feminismo a partir de los orígenes campesinos-indígenas y populares de la CLOC-VC se afirmó como una acción central y fundamental de la lucha en el continente. “Tenemos que entender que sin el feminismo no se puede construir el socialismo y sin socialismo no habrá feminismo completo, entonces sin uno y sin otro no habrá igualdad entre los seres humanos”, afirmo la dirigente del MST.

La campesina cubana de la ANAP, María del Carmen dijo que la construcción del socialismo en Cuba ha sido fundamental en la emancipación de la mujer, y fueron y son parte de la construcción del socialismo en la isla, “Cuatro meses después del triunfo de la revolución se proclamó el 17 de mayo de 1959, la ley de reforma agraria, y la primera persona en recibir un título era un a campesina negra”, informó María.

El acto fue un hito en la historia de Cuba, y sin duda era un paso firme hacia la emancipación de la mujer, lo que lleva a que participen plenamente en todas las instancias políticas y de producción.

Reforma Agraria, columna vertebral de la soberanía del pueblo

Al final del sexto Congreso Continental de la CLOC-VC, organizaciones campesinas reafirman la importancia de la lucha por la reforma agraria y la construcción de la solidaridad entre los pueblos.

El 17 de abril de 1996, la sangre de 19 personas militantes del Movimiento Sin Tierra de Brasil fue derramada en El dorado dos Carajás,estado de Pará- Brazil. Fueron Asesinadas cuando luchaban por la defensa de la tierra.

Uno de ellos, Oziel Alves, tenía 17 años y acababa de aprender a leer y escribir cuando llegó a un campamento de campesinos sin tierra. El día de la masacre, Oziel fue detenido por la policía como uno de los liederes, y fue arrastrado de rodillas por la calle con las armas de la policía apuntandole en la cabeza.

“Hasta el último momento Oziel gritó viva la reforma agraria. Oziel no se inmutó y siguió defendiendo la reforma agraria hasta la muerte. Debemos seguir luchando por la sangre que a quedado en Eldorado dos Carajás y por todas las personas que murieron por la reforma agraria “.
Fue rememorando la Masacre de Eldorado dos Carajás que la compañera de la CLOC-VC y dirigente del MST, Marina dos Santos, resumió el espíritu de los movimientos sociales en los años venideros.

Responsable por el cierre del Congreso, Marina señaló la reforma agraria como una de las principales demandas de las organizaciones campesinas para el próximo período.
“La reforma agraria siempre ha sido la columna vertebral de la CLOC y Vía Campesina, y es vital que continuemos poniendo mucha fuerza para esta pelea”, dijo.

Otro punto destacado en su discurso fue la necesidad de construcción de la solidaridad entre los pueblos y las naciones de las Américas alrededor del mundo.
“Tenemos que fortalecer el proceso del internacionalismo campesino y proletario, para construir una identidad de la clase obrera y campesina en el continente y en el mundo.

Recordando al Che Guevara, que puede ser considerado el militante más internacionalista que hoy conocemos, “el sentimiento de indignación ante cualquier injusticia cometida contra cualquiera en cualquier parte del mundo, es la cualidad más linda de todo militante popular debe tener “, dijo.

Del mismo modo, la coordinadora de la Vía Campesina Internacional, Elizabeth Mpofu, plante al internacionalismo como una tarea central de la población campesina.
“Tenemos que seguir luchando por nuestros derechos, por la libertad de nuestros pueblos, y contra las corporaciones que no pueden decirrnos qué tipo de alimentos queremos, porque ya sabemos. El capitalismo caerá “, dijo.

Luchas

Además de las directrices generales que se registran en la declaración final del congreso, las organizaciones definen las fechas de movilización continental conjuntas para este año: 01 de mayo (Día del Trabajo), 16 de octubre (día de la alimentacion sana), 25 de noviembre ( Basta de la violencia contra las mujeres), 03 de diciembre (día contra los pesticidas).

Y mañana, a 19 años de la masacre de Eldorado dos Carajás, los participantes del Congreso de la CLOC – Vía Campesina, junto con otras organizaciones populares de Argentina, recorrera las calles de Buenos Aires para reafirmar el compromiso de los movimientos por un reforma agraria popular e integral, para fortalecer la producción agrícola alimentaria indígena y campesina como su estrategia para alimentar a los pueblos.

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Argentina: VI Congresso da CLOC, lutar e oque fizemos,fazemos e faremos permanentemente em nossos territórios

16 de abril de 2015

Colectivo de Comunicación de la CLOC – Vía Campesina

notacierre.jpgO VI congresso da CLOC-VC chega a seus momentos de conclusão, os mais de mil e duzentos delegados e delegadas se preparam para seguir os caminhos de nossa grande América, revigorados e convictos da importância que a agricultura camponesa e indígena possui na construção de um continente livre e soberano. Nessa quinta (16) vésperas do dia internacional de luta pela terra, o ultimo painel do congresso traz os do socialismo e do feminismo camponês e popular para discussão, assim como reafirmou a reforma agrária como espinha dorsal dos movimentos que compõe a CLOC- VC

Uma construção baseada na diversidade

Etelvina Massílio do MST- Brasil, recorreu ao Peruano José Carlos Mariátegui, um dos precursores dos ideias socialistas na América Latina, para iniciar sua fala. “O socialismo e o feminismo que queremos e devemos construir em nossa América tem que ser construído com nossas diversidades, lutas, culturas, realidade e de nossas identidades camponesas, indígenas, afrodescendentes”, afirmou Etelvina.

Um feminismo camponês e popular

A pauta da construção de um feminismo a partir das origens camponesas e populares da CLOC-VC foi afirmado como um ação central e fundamental para a luta no continente. “Temos que entender que sem o feminismo não podemos construir o socialismo, e sem o socialismo também não haverá feminismo pleno, sem um e sem outro não haverá igualdade entre os seres humanos”, relatou a dirigente do MST.

A camponesa cubana da ANAP, Maria del Carmen, disse como a construção do socialismo em Cuba tem sido fundamental para a emancipação das mulheres, e da mesma forma como as mulheres vem contribuindo na construção socialista da ilha.

“Quatro meses depois de triunfar a revolução é proclamado, em 17 de maio de 59, a lei de reforma agrária, e a primeira pessoa a receber um titulo foi uma camponesa negra” relatou Maria.

O ato representou um marco na história de Cuba, e sem dúvida foi passo firme rumo a emancipação das mulheres, levando-as a participação plena em todas as instancias politicas e produtivas.

Reforma Agraria, espinha dorsal da soberania dos povos

No encerramento do 6º Congresso Continental da CLOC, organizações do campo reafirmam importância da luta pela reforma agrária e pela construção da solidariedade entre os povos.

No dia 17 de abril de 1996, o sangue de 19 pessoas foi derramado em Eldorado dos Carajás, município brasileiro do estado do Pará. Organizados no Movimento dos Trabalhadores Rurais sem Terra, os 19 militantes foram mortos quando se mobilizavam em defesa da terra.

Um deles, Oziel Alves, tinha 17 anos e tinha acabado de aprender a ler e escrever quando entrou para um acampamento sem-terra. No dia do massacre, Oziel foi detectado pela polícia como animador da marcha e foi colocado de joelhos no meio da rua com armas dos policiais apontadas para a sua cabeça.

“Até o último instante Oziel gritou: viva a reforma agrária. Oziel não se acovardou e continuou defendendo a reforma agrária até a morte. Não podemos deixar de lutar pelo sangue de Eldorado dos Carajás e todas as pessoas que morreram lutando pela reforma agrária.”

Foi com o resgate do Massacre de Eldorado dos Carajás que a integrante da Operativa da CLOC e dirigente do MST, Marina dos Santos, resumiu o espírito dos movimentos sociais para os próximos anos.

Responsável pelo encerramento do 6º Congresso Continental da CLOC – Via Campesina, Marina pontuou a reforma agrária como uma das principais bandeiras das organizações camponesas para o próximo período.

“A reforma agrária sempre foi a espinha dorsal da CLOC e da Via Campesina, e é imprescindível que continuemos dando muita força a essa luta”, afirmou.

Outro ponto destacado em sua fala foi a necessidade da construção permanente da solidariedade entre os povos e nações do continente americano e de todo o mundo.

“Precisamos fortalecer o processo de internacionalismo proletário, de construir uma identidade da classe trabalhadora no continente e em todo o mundo. Retomando Che Guevara, que pode ser considerado o maior militante internacionalista que conhecemos até hoje, o sentimento de se indignar perante qualquer injustiça cometida contra qualquer pessoa, em qualquer parte do mundo, é a qualidade mais bonita de todo militante popular”, assinalou.

Na mesma linha, a coordenadora da Via Campesina Internacional, Elizabeth Mpofu, destacou o internacionalismo como tarefa central das populações camponesas.

“Temos que seguir lutando por nossos direitos, pela liberdade das nossas nações, e contra as corporações, que não podem dizer para nós qual é o tipo que comida que queremos, porque nós já sabemos. O capitalismo vai cair”, assegurou.

Lutas

Além das diretrizes gerais que estarão registradas na declaração final do congresso, as organizações definiram datas de mobilizações continentais conjuntas para este ano:1º de maio (dia do trabalhador), 16 de outubro (dia da alimentação), 25 de novembro (basta de violência contra as mulheres), 3 de dezembro (dia de luta contra os agrotóxicos).

E amanhã, data que marca os 19 anos do massacre de Eldorado dos Carajás, os participantes do 6º Congresso Continental da CLOC – Via Campesina, juntamente com outras organizações populares da Argentina, sairão às ruas de Buenos Aires para reafirmar o compromisso dos movimentos por uma reforma agraria popular e integral, que fortaleça a agricultura camponesa e indígena e tenha a produção de alimentos para o povo como estratégia.

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Argentina: Primeros balances VI Congreso CLOC-VC – Voz Campesina

17 de abril de 2015

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vozcam16abril.jpgEn el Día Internacional de las luchas campesinas y en el cierre del VI Congreso de la CLOC-Vía Campesina ofrecemos este último programa de balance de lo que fue este cónclave continental.

Participan: Francisca Rodríguez )Chile), Diego Montón 8Argentina, Daniel Pascual (Guatemala), Juana Ferrer (República Dominicana), Itelvina Masiolli (Brasil y María del Carmen barroso (Cuba).

Conducción: Viviana Catrileo (ANAMURI, Chile), Ignacio Cirio (Radio Mundo Real, Uruguay).